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destionegiorno
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Idalgo Visconti
“L’universo é mutamento: la nostra vita é come la creano i nostri pensieri.” “Non si può scegliere il modo di morire. O il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.” ... (continua)
Nell'albo d'oro:
Il Gladiatore
Troppe le mie battaglie
troppi colpi ho parato
L'ultimo colpo lo scudo divelle
la guardia s'apre
micidiale l'ultimo fendente
lacera è la ferita
di sangue pregna
Feroce urla l'arena
dimentica ormai del mio valore
quand'ero... leggi...
Navigare per terra con lo spirito di mare
Ormeggiato ormai è il legno
legato a quello scoglio
nel tratto arido, di pietra
Disarmato ho la vela
il mio fare, si è fatto stanco
fiaccato, capace solo a ricordare
non assaporo più neppure le parole
nessuno più... leggi...
Ladro d'amore
Bugie di spasimanti versi
dove l'amore è dare
L'amore
felpato s'insinua
ladro
affamato d'ardore
Egoista nel prendere
vigliacco nel dare
del cuore si nutre
Il brillare degli occhi ruba
per il buio illuminare
Sapore dei baci... leggi...
Binario
Sotto una pensilina
illuminata
da una giornata di sole
...che non scalda
rumori tutt'intorno
annunci freddi
come premessa di un addio
Uno sguardo stordito e confuso
un sogno
una brama mancata
parole omesse
per inquietudine di un distacco... leggi...
Sogni di bimbo
Cammino fra moli profumati
di salmastro e pece
tra maestri d'ascia che modellano
sapientemente sinuose strutture
e calafati che le rivestono
imprimendo loro l'anima
Cresco, nuova forza cresce in me
che spinge la fantasia
in nuovi mondi,... leggi...
Perché non dico t'amo
Amore,
parola abusata
parola lacerata
come un giardino calpestato
parola tradita
trasformata in bugia
parola deturpata
come un quadro sfregiato.
Parola sprecata
maschera
per innate passioni
parola violata
della sua verginale bellezza
parola... leggi...
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Idalgo Visconti
Livorno com'era
Dialettali
E mi 'riordo di vand'ero un bimbetto
e di torta ne bastava un etto
Vändo la gente un ti caava
perché pensava
“un si sa mai”...
solo perché venivi da Shangai
Vändo si gioava co' la ciarbottana
e un si sapeva 'o s'era na puttana
Ci circondava la miseria
ma la famiglia era sempre nä 'osa seria
Era ve tempi di vändo
la domenia s'andava ar 'cine
ci garbava così tanto, che speravi un'arrivasse mai la fine
era nä gioia...! sorbissi ir firme mangiando noccioline!
A scola ci s'andava cor grembiule
un c'era ancora ir “suvve” ed ir baule...
se poi 'eri ciuo o svogliato
la maestra ti bacchettava
e a casa tu madre ti ribadiva co' na' mestolata
Nessuno denunciava il comportamento
lo scopo era datti un insegnamento
far usci ir potenziale che c'avevi dentro
m'hanno 'nsegnato...
ora da vecchio a quella gente e son grato
Era tutto un 'artro mondo
e di certo, a questo non seöndo
era vero ir senso d'amicizia
poä pure la pigrizia
La città era un gioiello
senza bue, ne tranello
e anche se rubavano i vaini
provavano armeno un po' di vergogna
se non funzionava quarche fogna.
Si poteva 'uscì anche la sera
un c'era ir disgraziato a fassi la pera
C'era sempre l'odor der mare
e le 'antine lì su fossi, profumavano di 'atrame
erano vella 'osa, 'e ci distingueva
era tutta un'artra atmosfera...
Ora ti diano 'e c'è la grobalizzazione
ma a me un mi da la stessa soddisfazione...
Ïr vero livornese... dov'è è finito...?
forse sparito...
per la disaffezione...
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Nota dell'autore:
«Note: *Shaingai quartiere popolare
* ir baule (il baule): metafora per gli odierni smisurati e dannosissimi zainetti...
*Torta: (Farinata, cecina... ottuenuta mescolando acqua, olio e farina di ceci e messa a cuocere in forni a legna)
*Mestolata: Mestolo da cucina (in legno), mestolata, vecchio metodo per riprendere all'ordine i figli svogliati e disobbedienti vergandolo sulle natiche... (nota: metodo mai risultato letale...)
*Vaini: Soldi
Ciarbottana: cerbottana (gioco in uso con le quali venivano sparate cannucce ci carta)»
Commenti di altri autori:
«Ho letto con piacere questa poesia comprendendola tutta perché ho studiato a Firenze e v'è quasi sovrapposizione fra il tuo livornese e il fiorentino stretto. mi sono immedesimata tra i tuoi ricordi d'infanzia che valgono per tutti quelli più o meno della nostra età senza distinzione di luogo di nascita. Un desiderio profondo di ritrovare gli antichi valori che condivido pienamente»
«Tempi che scorrono nella nostalgia dei ricordi, povere cose che davano felicità, valori tramandati e compresi forse solo ora che gli anni pesano molto più di quei libri legati con una cinta o un elastico. Il vernacolo contribuisce a sottolineare il tono scanzonatorio ma profondo che l'autore trasmette in questa lirica. Sì, mi è molto piaciuta e l'ho molto condivisa.»
«Finalmente una poesia con l'anima, con le radici di un uomo, con la sua storia, le Ruf emozioni, la sua città. Spesso i testi che leggi su questo sito sembrano essere scritti da un branco di automi che pare vivere in nafTALina . F bello poter invece leggere stracci della vita di un altro autore. Complimenti . Anche se sono pisano.!»
«mi piace molto lo spirito scanzonato di questi versi che però cela un sincero rimpianto per la semplicità della vita di una volta, quando si giocava alla cerbottana in mezzo alla strada e i rapporti erano forse più sinceri...»